Discopatia degenerativa
Cos’è la discopatia degenerativa
Con il trascorrere degli anni, a causa del naturale invecchiamento dei tessuti e dell’usura a cui sono sottoposte, tutte le strutture anatomiche della colonna vertebrale vanno incontro ad una progressiva degenerazione.
Questo fenomeno a livello dei dischi comporta la disidratazione dei nuclei polposi (stelle rosse) e la conseguente perdita delle loro proprietà visco-elastiche. I dischi degenerati in risonanza magnetica appaiono ridotti di spessore e perdono gradualmente la distinzione fra nucleo polposo e annulus fibroso, fino ad apparire uniformemente neri nelle sequenze T2 pesate. La degenerazione si può osservare a tutti i livelli, ma in genere è più marcata a livello degli ultimi dischi lombari, che sono quelli sottoposti ad un carico maggiore.
Talvolta i dischi degenerati sporgono all’indietro oltre il profilo dei corpi vertebrali. Questa condizione, che va sotto il nome di protrusione discale, può provocare restringimento del canale vertebrale ed irritazione delle radici nervose che in esso decorrono.
In alcuni casi l’annulus che delimita il disco può arrivare a rompersi e il nucleo può fuoriuscire totalmente o in parte dalla sua sede invadendo il canale vertebrale e provocando, oltre all’irritazione, una compressione meccanica delle strutture nervose che vi sono contenute. Questa condizione viene chiamata ernia del disco.
A livello delle strutture ossee e articolari le alterazioni degenerative si manifestano sotto forma di artrosi, che a livello della colonna vertebrale prende il nome di spondilosi. Quando colpisce i corpi vertebrali la spondilosi si manifesta con il progressivo appuntimento degli spigoli, che nelle fasi più avanzate possono dare origine a veri e propri becchi di osso, chiamati osteofiti, che sporgono all’interno del canale vertebrale e possono causare una stenosi del canale con compressione delle strutture nervose ivi contenute.
A livello delle articolazioni zigoapofisarie l’artrosi può provocare una ipertrofia dei processi articolari che può contribuire anch’essa a provocare la stenosi del canale ma soprattutto la stenosi dei forami di coniugazione con conseguente compressione monolaterale o bilaterale delle radici nervose.
Anche i legamenti gialli, che sono tesi tra una lamina e quella sottostante, qualora sottoposti a sovraccarico cronico possono andare incontro ad un progressivo ispessimento che contribuisce al restringimento del canale vertebrale.
La stenosi del canale, oltre che con dolore radicolare mono o bilaterale, nei casi più avanzati può presentarsi con un fenomeno detto claudicatio neurogena.
Il paziente con claudicatio tipicamente ha dolore scarso o nullo a riposo, mentre durante la deambulazione inizia ad avvertire dei dolori simili a crampi agli arti inferiori che lo costringono a fermarsi a riposare prima di riprendere il cammino.
Nei casi più avanzati questo fenomeno arriva a ridurre di molto l’autonomia di marcia del paziente. Dal momento che la claudicatio neurogena in genere risponde poco ai trattamenti conservativi, spesso i pazienti che ne sono affetti sono candidati al trattamento chirurgico.
Come conseguenza della degenerazione dei dischi lombari si assiste spesso ad una graduale riduzione della fisiologica curvatura in lordosi di questo tratto della colonna (linea gialla tratteggiata). A lungo andare questa postura anomala provoca un sovraccarico degli elementi posteriori, in particolare delle articolazioni zigoapofisarie ma anche dei muscoli e dei legamenti, che vanno incontro ad una reazione infiammatoria con conseguente dolore.
La lombalgia da insufficienza lombare colpisce frequentemente la parte bassa della schiena, peggiora con i movimenti di flessione ed estensione della colonna e talvolta si può irradiare ai glutei e alla faccia posteriore delle cosce, da un solo lato o bilateralmente. Quando vi è la compressione o l’irritazione di una radice nervosa avremo un dolore irradiato nel territorio corrispondente, chiamato sciatica o cruralgia a seconda della radice coinvolta.
Discopatia degenerativa cervicale
La discopatia degenerativa può interessare anche il segmento cervicale della colonna, che insieme a quello lombare è il tratto più mobile.
Anche in questo caso, con un meccanismo molto simile, si osserva la degenerazione dei dischi e la riduzione della fisiologica lordosi.
La discopatia degenerativa cervicale può frequentemente provocare dolore che si irradia alla nuca o alle spalle. Quando vi è la compressione o l’irritazione di una radice nervosa avremo un dolore irradiato nel territorio corrispondente lungo l’arto superiore, chiamato brachialgia. Se invece vi è una compressione sul midollo spinale questa può non manifestarsi come dolore, ma come una progressiva perdita di forza dei quattro arti, chiamata tetraparesi, che può richiedere un trattamento chirurgico urgente.
Terapia del mal di schiena
La terapia del mal di schiena da insufficienza lombare in prima battuta non è chirurgica.
L’approccio al paziente affetto da discopatia degenerativa è orientato da un lato al controllo del dolore e dall’altro al ripristino della corretta postura e della normale motilità del segmento vertebrale interessato.
A questo scopo, oltre all’impiego di farmaci analgesici e antiinfiammatori per via generale, è molto efficace l’infiltrazione ecoguidata delle articolazioni zigoapofisarie con steroide e anestetico locale. Questo tipo di trattamento consente un rapido sollievo della sintomatologia dolorosa, in modo da consentire un precoce inizio della terapia riabilitativa.
Qualora sia presente un dolore di tipo radicolare vi è indicazione anche alle infiltrazioni foraminali, sempre sotto guida ecografica, e in casi selezionati alla peridurolisi.
Il trattamento chirurgico si riserva in genere ai casi in cui vi sia una instabilità maggiore della colonna oppure compaiano deficit neurologici, claudicatio neurogena o dolore non responsivo alla terapia medica.
Discopatia degenerativa cure
La discopatia degenerativa è un processo parafisiologico che rispecchia il naturale invecchiamento delle strutture anatomiche che costituiscono il disco intervertebrale, come viene spiegato più nei dettagli nell’articolo di approfondimento dedicato a questo argomento (leggi approfondimento: degenerazione discale).
Nonostante siano sati proposti diversi tipi di trattamento, come l’iniezione terapeutica di proteine, la terapia genica o la terapia cellulare, queste metodiche sono attualmente a uno stadio sperimentale e nessuna di queste è ancora entrata nella pratica clinica.
La discopatia degenerativa pertanto è da considerarsi, allo stato attuale dell’arte medica, un fenomeno irreversibile ed inevitabile: i provvedimenti terapeutici che possiamo mettere in atto sono volti non tanto a prevenire o curare la degenerazione dei dischi in quanto tale, ma a rimediare alle conseguenze che tale fenomeno provoca sulla meccanica della colonna vertebrale.
I capisaldi del trattamento saranno pertanto rivolti da un lato al potenziamento della muscolatura della colonna, per supplire alla mancanza del supporto fornito dai dischi, e alla rieducazione della postura, dall’altra al trattamento del dolore causato dall’alterazione della naturale meccanica della colonna e al conseguente sovraccarico degli elementi anatomici sensibili al dolore, come muscoli, articolazioni e legamenti.
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